Coronavirus e il vaccino che arriverà, molti cervelli in azione
Sarà il vaccino l’arma che ci permetterà di sconfiggere questo Coronavirus, il COVID-19. Lo ha detto anche oggi l’attuale Ministro della salute Speranza nella sua informativa al Senato mentre prolungava fino al 13 aprile le restrizioni delle misure adottate fino ad oggi. E l’impressione è proprio questa: troppi (e meno male!) cervelli si sono mossi, troppo interesse ha destato la comunità scientifica per questa emergenza che stiamo vivendo in questo maledetto 2020.
Fino a 10 gioni fa il COVID-19 è stato visto come un cristallo attraverso la riproduzione dettagliata in 3D di una parte essenziale del nuovo coronavirus, la proteasi responsabile della sua replicazione. L’analisi dell’architettura 3D di questa proteina, descritta su Science e ottenuta grazie a tecnologie all’avanguardia, consentirà, secondo gli autori, lo sviluppo sistematico di farmaci che inibiscono la riproduzione del virus.
Lo studio è stato pubblicato senza embargo, come accade per tutti i lavori che possono dare un contributo alla lotta contro COVID-19, ed è firmato dai ricercatori dell’Helmholtz-Zentrum Berlin für Materialien und Energie e dell’Università di Lubecca. L’analisi strutturale delle proteine viste nell’architettura 3D può contribuire in modo decisivo a identificare specifici punti di attacco per i farmaci.
E’ così che gli scienziati pensano di aver individuato in ’13b’ una possibile arma in grado di bloccare Sars-CoV-2. Si tratta di una molecola che lega e inibisce l’enzima proteasi usato dal virus per replicarsi nelle cellule infettate. Questo è considerato il bersaglio principale per colpire il virus e la sua struttura 3D, finalmente svelata grazie ai raggi X del sincrotrone Bessy di Berlino, che aiuterà a sviluppare nuovi farmaci.
L’impressione, anche di chi ha poca dimestichezza e familiarità con termini scientifici, è che presto ci sarà un inibitore o comunque un vero vaccino che potrà contrastare la diffusione di questo virus. Perchè adesso la domanda delle domande non è se il COVID-19 riuscirà ad indebolirsi con l’arrivo delle alte temperature, ma cosa succederà il prossimo autunno-inverno.