Coronavirus e contagi, ci vediamo l’11 maggio allora?
Quando finiranno i contagi? Perchè sto dando a molti delle mie persone care appuntamento all’ 11 maggio 2020 per poterci rivedere? É solo un’ipotesi, che però sembra esser stata confermata questa mattina da interviste radiofoniche di Angelo Borrelli, capo del Dipartimento di Protezione Civile. L’ obiettivo sarebbe la seconda settimana di maggio. Sarebbe il momento in cui, secondo le tendenze attuali, potrebbero azzerarsi le nuove diagnosi di contagio da Covid-19 sull’intero territorio italiano.
In un pezzo di Federico Fubini sul Corriere.it vengono riportati i risultati di un lavoro di ricerca dell’ Einaudi Institute for Economics and Finance (Eief), un centro di ricerca universitaria di Roma. E si dovrebbe arrivare alla frontiera di quota zero nei nuovi contagi registrati fra il 5 e il 16 maggio. Ma alcune regioni, Veneto e Piemonte inclusi, possono raggiungere il risultato già nella prima metà di aprile e in ogni caso quasi tutte entro il mese prossimo.
La base statistica è costituita dai dati forniti ogni giorno alle 18 dalla Protezione civile ed è stimando le variazioni quotidiane e la loro evoluzione nel tempo che l’Eief formula le proprie estrapolazioni. Il lavoro è affidato a Franco Peracchi (affiliato anche alla Georgetown University e all’Università di Tor Vergata) e verrà rivisto e ripubblicato ogni sera sul sito dell’Eief dopo gli aggiornamenti della Protezione civile.
L’intervallo di oltre dieci giorni fra l’ipotesi più ottimistica (5 maggio) e quella più lontana nel tempo (16 maggio) dipende dai metodi di calcolo prescelti: nel primo caso si valutano i valori mediani – quelli al centro della distribuzione delle probabilità fra le evenienze peggiori e migliori – mentre nel secondo caso si prendono in considerazione anche eventuali valori estremi e fuori dalla norma delle prossime settimane.
In ogni caso, alcune regioni sembrano decisamente più avanti di altre nel contenere l’epidemia e raggiungere l’obiettivo del giorno-zero, quello in cui nessun nuovo contagio verrà constatato dai test. In Trentino-Alto Adige quella soglia dovrebbe essere raggiunta il 6 aprile, in Basilicata il giorno seguente, in Valle d’Aosta il giorno dopo ancora, mentre in Puglia ci si dovrebbe arrivare il 9 aprile. Per le regioni più colpite d’Italia potrebbe volerci un po’ più di più tempo.
In base alle estrapolazioni il Veneto arriva al giorno-zero il 14 aprile, la Lombardia il 22 aprile e l’Emilia-Romagna il 28 aprile. Per il Lazio la direzione di marcia indica un obiettivo al 16 aprile, pochi giorni prima di Calabria e Campania. Ultima la Toscana, la regione dove la curva si sta piegando più lentamente, con una soglia prevista appunto al 5 maggio. Ad ora il modello non prevede le date per tre Regioni – Marche, Molise e Sardegna — perché la base dati è per il momento ritenuta non abbastanza ampie.
Le estrapolazioni sono preziose perché la popolazione, le imprese e lo stesso governo di possano formare delle aspettative sulla traiettoria delle prossime settimane. Giorno-zero quindi in tempi anche molto diversi, con uno scarto di quattro settimane fra la prima e l’ultima.
Luigi Guiso, docente di Household Finance dell’Eief e fra gli economisti italiani più influenti nel mondo, ha una proposta: utilizzare i primi territori a zero contagi per tentare sperimentazioni sulle modalità più sicure di avviare riaperture graduali delle imprese e della vita civile. «Naturalmente i blocchi alla circolazione fra i diversi territori del Paese dovrebbero restare in vigore – premette -. Ma potremmo iniziare tra qualche settimana, nelle regioni più avanzate, a misurare le modalità più sicure per ripartire». Ripartire sì, che belle parole!
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