Coronavirus, lockdown e il calo dello smog nel Nord Italia
dopo e prima dell’arrivo del Coronavirus
Metà marzo, l’Italia inizia ad essere chiusa, prima parzialmente, poi lo sarà totalmente (lockdown). La mia curiosità sul rapporto velocità del virus e condizioni climatiche viene punzecchiata ulteriormente quando arrivano le prime immagini dai satelliti dallo spazio. Niente di nuovo rispetto a quello che si era visto qualche giorno fa in Cina dai satelliti della Nasa e dell’Esa: agli inizi di marzo i livelli di biossido d’azoto erano scesi del 30%.
Qui sopra le rilevazioni del satellite Sentinel-5 dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea, che mostrano come nell’aria dell’Italia settentrionale l’inquinante biossido di azoto abbia ridotto la sua presenza fino quasi a dissolversi. Questo gas è quello che chiamiamo comunemente “smog“, generato dalla combustione dei combustibili fossili (impianti di riscaldamento, motori dei veicoli, combustioni industriali, centrali di potenza).

Ora l’inquietante nube rossastra che il bacino padano mostra di frequente con record a livelli mondiali, in questi giorni sembra quasi scomparsa come mostra l’animazione grafica mostrata via Twitter da Antti Lipponen, fisico e ricercatore scientifico all’Istituto metereologico della Finlandia.
7 day running average of NO₂ (air pollutant) levels in Europe in 2020. For example in North #Italy the pollution levels have clearly decreased. OMI satellite data. #COVIDー19 #CoronaVirus #covid19 #airquality pic.twitter.com/RX9uizaGMP
— Antti Lipponen (@anttilip) March 11, 2020
Quindi polveri sottili come un’autostrada per il Coronavirus. Continuano a spuntare fuori come funghi studi e ricerche incrociate che evidenziano quel legame tra l’altissima diffusione del Coronavirus in Pianura Padana e gli alti livelli di poveri sottili che storicamente si registrano nel bacino padano.
E questo potrebbe spiegare il differenziale di gravità dell’epidemia rispetto ad altri Paese europei. Lo ribadisce anche uno studio firmato dal Alessandro Miani, presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) e da altri 11 ricercatori delle università di Bologna, Bari, di Milano e di Trieste.
“Vi è una solida letteratura scientifica – spiega Sima – che correla l’incidenza dei casi di infezione virale con le concentrazioni di particolato atmosferico (PM10 e PM2,5), che costituisce un efficace vettore per il trasporto, la diffusione e la proliferazione delle infezioni virali“. “È noto – si spiega – che il particolato atmosferico funziona da carrier, ovvero da vettore di trasporto, per molti contaminanti chimici e biologici, inclusi i virus.“

1 Comment
[…] Quando finiranno i contagi? Perchè sto dando a molti delle mie persone care appuntamento all’ 11 maggio 2020 per poterci rivedere? É solo un’ipotesi, che però sembra esser stata confermata questa mattina da interviste radiofoniche di Angelo Borrelli, capo del Dipartimento di Protezione Civile. L’ obiettivo sarebbe la seconda settimana di maggio. Sarebbe il momento in cui, secondo le tendenze attuali, potrebbero azzerarsi le nuove diagnosi di contagio da Covid-19 sull’intero territorio italiano. […]